L' A.C.Bibbiena chiamata in causa dalla lettera pubblicata da Casentino 2000 a firma Fabrizio Giusti risponde chiarendo la propria posizione.

17-10-2021 17:26 -

LETTERA FIRMATA – L'A.C. Bibbiena, il suo presidente Mario Rosadini e l'intero consiglio direttivo chiamati in causa dalla lettera pubblicata sul mensile CASENTINO2000 a firma del Sig. Fabrizio Giusti intendono con la presente chiarire dal proprio punto di vista l'accaduto, senza in alcun modo voler alimentare polemiche, ma con il solo fine di evidenziare la propria posizione.

Innanzitutto siamo sinceramente dispiaciuti per quanto è avvenuto e soprattutto per aver in qualche modo urtato la sensibilità del ragazzo e del genitore non facendoli sentire parte integrante del nostro progetto, non era né è mai stata questa la nostra intenzione ed in tal senso rimaniamo a disposizione per chiarire con genitore e figlio l'accaduto.

Fatta questa doverosa precisazione, non possiamo però esimerci dall'evidenziare che il sig. Giusti abbia, agevolato dalla pubblicazione della sua lettera da parte della testata giornalistica locale in assenza di contraddittorio, messo in discussione la nostra scuola calcio mettendone in dubbio le finalità ludico educative che oramai da vari lustri la caratterizzano e che la vedono essere da tempo stabilmente inserita tra le prime società sportive della Toscana per la gestione dei settori giovanili. Ciò proprio perché da diversi anni dà la possibilità a tanti bambini di effettuare un'attività ludica e motoria, insegnando loro il concetto di fare parte di un gruppo dove spesso finiscono per cementarsi amicizie che vanno anche oltre il calcio, nonché valori quali il rispetto per l'avversario, il sano agonismo, il piacere dello sport in genere. La dimostrazione di quanto sopra è facilmente riscontrabile, vedendo tutte le sere, quanti bambini sono presenti all'interno del campo principale in erba di Bibbiena Stazione, seguiti da un numero consistente d'istruttori (circa uno ogni dieci bambini). Anche Emanuele Giaccherini ha sposato il nostro programma con entusiasmo perché ha rivisto nella nostra società la stessa volontà di far crescere i bambini come ai suoi tempi quando frequentava i nostri impianti.

A questo punto è bene precisare che la stessa “federazione italiana gioco calcio” obbliga le società che hanno una scuola calcio (attività dai 5 ai 12 anni) a far disputare a tutti i giovani calciatori almeno un tempo di gara, cosa che è avvenuta negli anni passati anche con il gruppo dei 2007 quando tale annata era a tutti gli effetti “scuola calcio”. Le cose cambiano dai 12 anni in poi quando si rientra nell'attività agonistica vera e propria con un impegno fisico e mentale totalmente diverso, con tre allenamenti settimanali, sotto tutte le intemperie, e lunghe trasferte per raggiungere gli impianti sportivi della Toscana. La nostra volontà è sempre e comunque stata quella di dare a tutti la possibilità di continuare l'attività sportiva, ma purtroppo talune volte ci scontriamo con problemi irrisolvibili come nella fattispecie. (per fare un gruppo squadra necessita avere almeno 16/18 ragazzi). La società pensava di incrementare il gruppo dei ragazzi dell'anno 2007 con nuove adesioni ma purtroppo non è stato possibile; anzi alcuni ragazzi nel frattempo, causa un'impegno più assiduo richiesto, come peraltro fatto notare dal sig. Giusti, avevano abbandonato l'attività sportiva.

Il problema, anche alla luce delle criticità stante l'emergenza sanitaria in atto, è stato analizzato più volte dai nostri dirigenti responsabili insieme all'allenatore Pernici a cui va il ringraziamento della società per aver cercato tutte le soluzioni possibili per consentire ai ragazzi che erano più indietro dal punto di vista tecnico e motorio di continuare l'attività sportiva (per inciso a nessuno è stato richiesto il pagamento della quota d'iscrizione). In ultimo dobbiamo riconoscere che il sig. Giusti nella propria lettera ha confermato che la società voleva che i ragazzi rimanessero poiché la soluzione proposta (allenamenti con altro allenatore nella stessa sede e orari dell'intero gruppo) avrebbe garantito il proseguimento dell'attività sportiva consentendo loro di tirare “quel calcio a un pallone” tanto desiderato.

La realtà è questa ed il tutto è stato frutto da un lato di problemi numerico organizzativi e dall'altro da una certa dose di cattiva comunicazione tra le parti che ha probabilmente ingenerato equivoci spiacevoli.

Consentiteci però una valutazione ulteriore.

L'AC Bibbiena, associazione sportiva dilettantistica, si regge grazie allo sforzo quotidiano di tutta una serie di persone che animate dalla passione per il calcio, soprattutto quello giovanile, dedicano tempo, denaro ed impegno quotidiano (anche fisico!) affinché tutto proceda per il meglio, consci che il loro operato, non certo esente da errori, è ispirato da sempre dalla passione e non certo dall'interesse, né tanto meno dalla ricerca ossessiva del risultato.

I riferimenti al ruolo di Emanuele Giaccherini ed ai finanziamenti che il comune concede alla società (che per inciso hanno come riscontro da un lato l'onerosa manutenzione degli impianti sportivi a carico dell' AC Bibbiena e dall'altro l'indubbia portata sociale dell'attività svolta in favore dei giovani), i toni e la terminologia usata non rendono adeguatamente merito a tutti coloro che in maniera assolutamente disinteressata vi operano, e questo non vale solo per noi, ma vale per tutte quante le società sportive dilettantistiche che con tanta fatica, ma altrettanto orgoglio cercano di far crescere i giovani in un ambiente sano e protetto dai pericoli esterni.

Mario Rosadini, Presidente AC Bibbiena


Fonte: AC Bibbiena